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giovedì 4 luglio 2013

IL GRANDE GATSBY: un libro dal passato sempre presente


Francis Scott Fitzgerald muore in solitudine come il suo più riuscito personaggio: Il Grande Gatsby. L'attrice e scrittrice Dorothy Parker davanti al feretro del collega esclamò: «Povero vecchio bastardo» come egli stesso aveva scritto compiangendo la morte dello sventurato e maledetto miliardario fuoriuscito dalla sua penna. Il romanzo fu pubblicato nel 1925 a New York ed è considerato uno dei più grandi capolavori della letteratura americana. Jay Gatsby è un uomo divenuto ricco grazie ad affari poco chiari, che organizza feste spettacolari e  che cerca di riconquistare la sua vecchia fiamma, Daisy, conosciuta prima di andare al fronte;  stanca di aspettare il primo amore Daisy sposerà Tom Buchanan, uomo di un ottimo partito ed estremamente ricco. Voce narrante è Nick Carraway, intraprendente giovane agente di borsa, cugino di Daisy e vicino di casa di Gatsby che permetterà alla vecchia coppia di ricongiungersi. L'epilogo del romanzo è macchiato di due omicidi e un suicidio: Gatsby e Daisy investono involontariamente l'amante di Tom, Myrtle, così Wilson il marito di Myrtle uccide Gatsby e poi sé stesso. Al nostro protagonista non rimane altro che l'amico Nick; anche la sua Daisy ha preferito fuggire. Fitzgerald riesce magistralmente a descrivere la New York degli anni '20, con un'abbondanza di aggettivi e particolari che non scade nella pedante retorica: è un romanzo dai tratti incisivi, i personaggi sono delineati con genio creativo e anche la meno rilevante comparsa ha connotati curiosi e mai banali. Gatsby è erede di un sentimento romantico che è tanto lontano dal veniale uomo a noi contemporaneo: Gatsby è un milionario, ha tutto ciò che si può comprare, è circondato dall'elite della East Cost americana, ma è perennemente infelice ed ogni suo gesto è atto al raggiungimento del grande amore che dimora nel passato, che per Gatsby è il presente. 
«Siamo barche controcorrente, risospinti senza sosta nel passato» scrive Fitzgerald, poi continua: «ogni nostra speranza è tesa a rivivere il passato, in cui viviamo così intensamente, da non accorgerci che non stiamo vivendo il presente e che in un prossimo futuro ci ritroveremo soli in una fredda bara senza aver avuto la possibilità di essere veramente felici.» È la storia di Jay Gatsby, che convinto di poter rivivere il suo grande amore con Daisy, rivive la sua ombra in un'illusoria felicità. Come tutti i capolavori che si rispettino, Il Grande Gatsby non resta solo inchiostro nero su pagina bianca, ti scuote e ti induce a fermarti e a riflettere sulla caducità della vita e dei sentimenti umani.

     Viviana Giuffrida

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