LO SBARCO IN SICILIA SETTANTA ANNI DOPO
È un’iniziativa storico-culturale, ma anche con finalità
turistiche e ricadute economiche per il territorio. Celebrare il settantesimo anniversario dello sbarco in Sicilia, 10
luglio 1943, ha questi obiettivi. Lo ha dichiarato il vice presidente
dell’Assemblea regionale siciliana, on. Salvo Pogliese, nel corso della
conferenza stampa con la quale stamattina, alle Ciminiere di viale Africa, è
stato illustrato il programma di eventi, realizzato grazie all’intervento di
Enti e sponsor privati.
L’Operazione Husky, così venne denominata la più imponente operazione
militare del secolo scorso, prima dello
sbarco in Normandia, undici mesi dopo, non ha però prodotto nessun risultato
positivo, a distanza, di anni, per la Sicilia.
“I musei dedicati allo sbarco alleato in Normandia e alla
battaglie per la liberazione della Francia dall’occupazione nazista, sono 26 ed
a essi vanno aggiunte tutte quelle strutture turistiche non museali disseminate
nei luoghi storicamente più rilevanti - ha sottolineato l’on. Pogliese -. Le
Memorial de Caen, uno dei principali musei dedicati allo sbarco in Normandia,
nel 2012 - ritenuto dagli operatori turistici come un “anno orribile” - ha
registrato più di 350.000 visitatori. Il Museo storico dello sbarco in Sicilia
1943, realizzato all’interno delle Ciminiere, dalla Provincia regionale di
Catania, nel 2012 ha contato 20.615 visitatori, dei quali 2.028 stranieri,
3.335 visitatori italiani non siciliani e 15.271 alunni e docenti in visita
scolastica. Insomma, il Museo catanese, il più esteso in Europa dopo l’Imperial
war museum di Londra, tra i più quotati nel mondo per quantità e qualità dei
reperti esposti tra quelli dedicati alla Seconda guerra mondiale, è una
grandissima opportunità culturale e turistica non adeguatamente valorizzata. In
queste settimane abbiamo inviato in tutto il mondo oltre 30.000 pieghevoli in
tre lingue con il programma delle manifestazioni, alle associazioni d’arma e
degli ex combattenti (inglesi, statunitensi, canadesi, olandesi, francesi,
sudafricani, neozelandesi, tedeschi), proprio come strategia di promozione
turistica. Con questa iniziativa – ha aggiunto l’on. Salvo Pogliese – vogliamo
recuperare la memoria di quei giorni senza le lenti deformanti della
storiografia ufficiale e creare le premesse per un “circuito della memoria”,
che abbia nel Museo catanese e nei tanti bunker, rifugi,cimiteri di guerra un
itinerario capace di interessare e
emozionare, perché ricordare la guerra ci permette di capire il valore assoluto
della pace”.
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il commissario
straordinario della Provincia regionale di Catania, Antonella Liotta, che con
grande sensibilità istituzionale ha dato la disponibilità del Museo e dei
locali delle Ciminiere per il convegno
“Sicilia 1943, operazione Husky”, che si terrà mercoledì 10 luglio, alle ore
9,30, con la presenza di storici, giornalisti, testimoni di quei eventi, e per
la mostra-concorso internazionale di modellismo storico ospitata dall’11 al 21 luglio.
Un altro evento importante è la mostra fotografica “Phil Stern,
Sicily 1943”, realizzata con gli scatti dell’allora giovane fotoreporter
statunitense che sbarcò in Sicilia con i
ranger, successivamente divenuto famoso per i famosi ritratti dei grandi
personaggi del cinema americano. Le caratteristiche della mostra, che sarà
inaugurata dallo stesso Stern, adesso ultranovantenne, sono state illustrate
dallo storico Ezio Costanzo. Prima tappa dal 10 luglio all’8 settembre, la data
dell’armistizio di Cassibile, nella Galleria del Credito Siciliano ad Acireale,
poi a Milano e, infine, dal 14 dicembre al 14 marzo 2014, alle Ciminiere di
Catania. “Stern ha accolto con grande disponibilità il nostro progetto di una
mostra con le sue foto, a condizione che “facessimo presto”, riferendosi alla
sua età”, ha ricordato Costanzo. In tutto saranno esposte 70 immagini dello
stesso Stern e circa un centinaio provenienti dall’Imperial war museum di
Londra.
Piena condivisione alle celebrazioni per l’anniversario, che segnò
l’inizio della fine della Seconda guerra mondiale, è stata espressa
dall’assessore Angela Mazzola, delegata dal sindaco Enzo Bianco a rappresentare
l’Amministrazione comunale.
Nello Musumeci, già presidente della Provincia di Catania,
ideatore e realizzatore del Museo storico dello sbarco in Sicilia, ha ricordato
le premesse che portarono alla realizzazione di questo grande contenitore
culturale. “Abbiamo ricordato una pagina decisiva della nostra storia, reso
omaggio ai caduti su entrambi i fronti, in gran parte giovanissimi, e
evidenziato il contributo di sangue di
migliaia di civili, spesso dimenticato. Ricordo ancora le polemiche sterili di
certi pacifisti, quando fu inaugurato nel 2001. Io non sono pacifista, ma
pacifico e proprio al valore della pace sono dedicate due frasi del Papa,
all’ingresso e all’uscita del Museo”, ha concluso Musumeci.
Riccardo Tomasello, presidente della cooperativa Bios, che ha
curato la parte organizzativa e logistica, da parte sua, ha sottolineato
l’importante contributo di sponsor privati, senza i quali non sarebbe stato
possibile.
Interessanti gli interventi, tra gli altri, di Antonio Pogliese, governatore del Lions, di
Ornella Laneri, presidente della sezione
Turismo di Confindustria, di Maurizio Del Bosco dell’associazione “Ideali di
giustizia e verità”, di Franco Politano, speleologo urbano, mentre Antonio Raspanti,
guida naturalistica e studioso dello sbarco in Sicilia, ha evidenziato che la Sicilia è un immenso museo della memoria a cielo
aperto: sono presenti innumerevoli fortificazioni e costruzioni militari
disseminate lungo tutto il territorio. Molte sono in perfetto stato di
conservazione, facilmente raggiungibili e visitabili al loro interno. Alcune
strutture sono semidistrutte, interrate, ricoperte da vegetazione, rimaneggiate
agli usi più disparati o totalmente cancellate. Tantissime fortificazioni sono
invece minacciate dal progresso dei giorni nostri, a discapito di una memoria
storica che dovrebbe essere inviolabile. Rimangono a memoria della battaglia di
Sicilia segni inequivocabili: tantissime le strutture militari difensive italo-tedesche e tantissimi i luoghi, oggi apparentemente
anonimi, che furono teatro di scontri e sanguinose battaglie. Indelebili le
cicatrici ancora visibili in case, palazzi e chiese e incredibile il numero dei
rifugi antiaerei presenti in ogni città, a testimonianza di una tragedia che
coinvolse anche la popolazione. Queste pagine di storia le troviamo incastonate
in incredibili contesti paesaggistici,
il tutto a creare un connubio storico-naturalistico come pochi luoghi al
mondo.
La redazione
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