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mercoledì 14 novembre 2012

Tecnologia


L’iPhone non distrugge la crisi

È risaputo: gli iPhone di casa Apple sono sempre stati telefoni costosi e fin dagli albori ad oggi, comunque, ne sono sempre stati venduti più di quanto si potesse mai aspettare. Record che hanno eliminato altri record precedenti;  migliaia di acquisti che hanno scatenato il cosiddetto successo commerciale fin dal 2007, anno di nascita del primo iPhone. Il “melafonino” ha sempre avuto un continuo riciclaggio da parte degli stessi acquirenti che, chi per moda chi per motivi diversi, hanno destinato i propri fondi all’acquisto dell’ultimo esemplare Apple. In Italia le code presso gli Stores ufficiali hanno avuto un enorme successo: migliaia di persone sì,  migliaia di telefonini venduti sì. È giusto quindi non confondere migliaia con milione, perché se da un lato i media hanno cercato di impressionare le persone dall’altro hanno fatto credere che l’avvento dell’ennesimo iPhone abbia completamente annullato il debito pubblico, ovvero la crisi. È arrivato quindi il momento di sfatare un mito: non è necessario scrivere i costi né tantomeno le caratteristiche del nuovo smartphone, è necessario invece far notare come la gente si sia fatta abbindolare non tanto dal melafonino quanto più dal trionfo italiano che ha portato moltissime persone ad acquistarlo. Questa è una generazione di nebulose credenze, è risaputo. Le persone, a volte, si fanno intrappolare in meccanismi velenosi che purtroppo sconoscono. Basti pensare che le sole file abbiano fatto ricredere sull’attendibilità di una crisi che percorre l’Italia da più di un ventennio, e chi parla di crisi lo fa attraverso un computer, con un abbonamento ADSL annuale, magari anche con una sigaretta in bocca. La gente dice: «Alla faccia della crisi! Sono tutte delle pecore! L’iPhone in Italia ha il costo più alto in tutta Europa quando in America lo vendono a pochi centinaia di dollari» e forse era più corretto aggiungere che i prezzi così bassi in territorio americano sono dettati dagli abbonamenti mensili che aumentano il costo totale fino a circa un migliaio di dollari. Bisogna sottolineare il fatto che gli italiani non sono il mercato più grande, non è nemmeno il mercato che compra più applicazioni vista la moda di copiare illegalmente. In Italia si cerca sempre di ingrandire ciò che è estero, si cerca di sfoggiare il nuovo e l’assurdo incremento della domanda quanto più possibile, per questo sembra che sessanta milioni di persone siano in coda, in un'interminabile coda, ma l’Italia rimane un mercato piccolo; la popolazione è ben inferiore a quella americana, a quella tedesca, a quella giapponese, russa e cinese. E i media giustamente cosa fanno?  Fanno credere che tutte le persone della penisola si siano vendute la casa e lo stipendio per un nuovo pezzo da collezione tecnologico. Allora gli Italiani oltre ad essere vittimisti con la crisi, lo sono pure con i telefoni?
Alex Foolery

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