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I partiti: il sale della democrazia
Il mezzo, lo strumento per la democrazia
L'Italia, ed in particolar modo la
Sicilia, ha bisogno di una profonda rigenerazione politica e morale, pertanto è
primaria la nascita di un nuovo soggetto politico, di un nuovo partito capace
di proporre una nuova casa politica a tutti: popolari, liberali, moderati,
riformisti; gli italiani tutti, che avvertono con preoccupazione il vuoto etico
e politico sul quale si basa l'attuale sistema dei partiti.
La cosiddetta Seconda Repubblica, quella delle manette, degli inquisiti del
ladrocinio è fallita. Non ha saputo ricostruire il corpo e l'anima della nostra
democrazia. Non è stata capace di creare le basi di un nuovo patto
costituzionale tra gli italiani.
Quando negli anni '90 crollò il sistema,
quattro erano le grandi questioni che giustificavano la transazione verso un
nuovo tempo della Repubblica:
1) la questione istituzionale, già posta
alla fine degli anni '70, affrontata lungo il corso degli '80 e infine
riproposta dall'illusione referendaria;
2) la questione giudiziaria, parte
essenziale della questione istituzionale, esplosa drammaticamente in un inedito
radicale e pericoloso conflitto con la politica di settori della magistratura,
dei media e dell'opinione pubblica;
3) la questione dell'Unità Nazionale e
del sistema delle autonomie, nell'incombente rischio di una nuova frattura storico-sociale tra Nord e Sud;
4) la questione della modernizzazione
economica, sentita come ineludibile, in tutti i campi della vita pubblica, per
ricollocare l'Italia in sintonia con le esperienze più avanzate dell'Occidente.
Il risultato è che la cosiddetta Seconda
Repubblica ha finito per mettere in archivio i concetti di interesse generale e
di bene comune che sono invece il fondamento di ogni democrazia.
Inoltre, ha offuscato la partecipazione popolare alla
vita pubblica trasformando il consenso in audience, le strategie politiche in
surrogato quotidiano dei sondaggi, i partiti in clan elettorali dei leader e,
infine, ciò che è più grave, il Parlamento
in una sorta di ente inutile.
Non è questa la modernità politica che
gli italiani e i siciliani pretendevano, e per questo c'è la necessità e l'urgenza
di dare vita ad un partito nuovo, diverso, per ricostruire i valori fondativi
della democrazia italiana, per aprire un nuovo tempo della Repubblica.
Un nuovo moderno partito, una nuova vita
di partito intesa come partecipazione continua alla vita politica del Paese che
dovrà vivere a contatto con i problemi di tutti i giorni, vederli con i propri
occhi, toccarli con mano, discuterne assieme per trovare le soluzioni e soprattutto
un partito che riconosca la centralità del Parlamento come sede legittima della
formazione dell'interesse pubblico, perché fuori da questa cornice di valori,
nessuna democrazia può avere futuro. Da qui, il bisogno, la necessità e l'esigenza
di dare ad un nuovo soggetto politico che dovrà coniugare il passato come
nostro tesoro di esperienza e di saggezza.
Non dovrà essere di certo un terzo polo
di rivolta, ma un'offerta politica di governo, di partecipazione democratica
del tutto nuova, che nasca dalla rottura del finto bipartitismo, pericolante
esito del fallimento dell'attuale decadente Repubblica, che sappia riunire
l'Italia, farla sentire una grande nazione, cosciente e orgogliosa di sé,capace
di unire gli italiani, unire ciò che oggi è contrapposto: Nord e SUD, giovani e
anziani, operai e lavoratori autonomi; capace di dare speranza ai nuovi
italiani, ai ragazzi di questo eccezionale Paese convinti, che il loro destino
sia l'insicurezza sociale e personale.
Un partito che dovrà essere il partito
delle innovazioni, del cambiamento realistico e radicale della sfida ai
trasformismi della sinistra, che paralizzano il nostro paese; che crede che la
crescita economica e l'equa ripartizione della ricchezza non siano obiettivi in
conflitto. Un partito aperto che dovrà proporsi di affascinare quei milioni di
italiani che credono nei valori del talento, del merito, delle pari
opportunità,che si impegnano nel volontariato, che fanno vivere esperienze
quotidiane e concrete di solidarietà.
Un partito che sappia comprendere le
reali esigenze dei cittadini, che guardi ai giovani con progetti innovativi che
possano aprire la strada verso la formazione e la qualificazione professionale,
verso il lavoro, attraverso un sistema meritocratico che superi gli angusti e
sperequativi confini dell'appartenenza.
C'è necessità di rinverdire e rafforzare
valori universali, quali la lealtà e l'onesta intellettuale. Dobbiamo tornare
ad anteporre, come primo principio di ogni partito, gli interessi della Nazione
a quelli particolari o peggio ancora personali che regolano la vita politica
attuale.
Un nuovo ciclo politico, un nuovo
partito o polo moderato, che dovrebbe nascere su basi democratiche, dotandosi
di gruppi dirigenti che agiscono collegialmente, che discutano e decidano in
piena armonia e libertà.
Bisogna verificare (come ha scritto
tempo fa' un noto politico ed ex ministro) con pazienza e molta accortezza se
in questa Italia, Paese delle illusioni, vi sia finalmente disponibilità ad
accogliere una concezione meno primitiva e rissosa del bipolarismo e del
conflitto politico, tale da consentire una visione politica più fattiva ed attiva,
una politica più serena grazie ad una ripoliticizzazione della società. Ciò tuttavia
può richiedere tempi lunghi, una cosa però è certa: dobbiamo subito mettere
fine a quella politica dell'individuo decisorio proprietario che decide le
sorti di quest'Italia.
Un Partito che sappia mantenere vivi
quei valori di lealtà, unione e operosità che hanno fatto dell'Italia un grande
Paese.
Geom. Salvatore Neri
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