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giovedì 19 luglio 2012

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I partiti: il sale della democrazia
Il mezzo, lo strumento per la democrazia

L'Italia, ed in particolar modo la Sicilia, ha bisogno di una profonda rigenerazione politica e morale, pertanto è primaria la nascita di un nuovo soggetto politico, di un nuovo partito capace di proporre una nuova casa politica a tutti: popolari, liberali, moderati, riformisti; gli italiani tutti, che avvertono con preoccupazione il vuoto etico e politico sul quale si basa l'attuale sistema dei partiti.
La cosiddetta Seconda Repubblica, quella delle manette, degli inquisiti del ladrocinio è fallita. Non ha saputo ricostruire il corpo e l'anima della nostra democrazia. Non è stata capace di creare le basi di un nuovo patto costituzionale tra gli italiani.

Quando negli anni '90 crollò il sistema, quattro erano le grandi questioni che giustificavano la transazione verso un nuovo tempo della Repubblica:

1) la questione istituzionale, già posta alla fine degli anni '70, affrontata lungo il corso degli '80 e infine riproposta dall'illusione referendaria;
2) la questione giudiziaria, parte essenziale della questione istituzionale, esplosa drammaticamente in un inedito radicale e pericoloso conflitto con la politica di settori della magistratura, dei media e dell'opinione pubblica;
3) la questione dell'Unità Nazionale e del sistema delle autonomie, nell'incombente rischio di una nuova frattura storico-sociale tra Nord e Sud;
4) la questione della modernizzazione economica, sentita come ineludibile, in tutti i campi della vita pubblica, per ricollocare l'Italia in sintonia con le esperienze più avanzate dell'Occidente.

Il risultato è che la cosiddetta Seconda Repubblica ha finito per mettere in archivio i concetti di interesse generale e di bene comune che sono invece il fondamento di ogni democrazia.
Inoltre,  ha offuscato la partecipazione popolare alla vita pubblica trasformando il consenso in audience, le strategie politiche in surrogato quotidiano dei sondaggi, i partiti in clan elettorali dei leader e, infine, ciò che è più grave, il Parlamento in una sorta di ente inutile.

Non è questa la modernità politica che gli italiani e i siciliani pretendevano, e per questo c'è la necessità e l'urgenza di dare vita ad un partito nuovo, diverso, per ricostruire i valori fondativi della democrazia italiana, per aprire un nuovo tempo della Repubblica.
Un nuovo moderno partito, una nuova vita di partito intesa come partecipazione continua alla vita politica del Paese che dovrà vivere a contatto con i problemi di tutti i giorni, vederli con i propri occhi, toccarli con mano, discuterne assieme per trovare le soluzioni e soprattutto un partito che riconosca la centralità del Parlamento come sede legittima della formazione dell'interesse pubblico, perché fuori da questa cornice di valori, nessuna democrazia può avere futuro. Da qui, il bisogno, la necessità e l'esigenza di dare ad un nuovo soggetto politico che dovrà coniugare il passato come nostro tesoro di esperienza e di saggezza.

Non dovrà essere di certo un terzo polo di rivolta, ma un'offerta politica di governo, di partecipazione democratica del tutto nuova, che nasca dalla rottura del finto bipartitismo, pericolante esito del fallimento dell'attuale decadente Repubblica, che sappia riunire l'Italia, farla sentire una grande nazione, cosciente e orgogliosa di sé,capace di unire gli italiani, unire ciò che oggi è contrapposto: Nord e SUD, giovani e anziani, operai e lavoratori autonomi; capace di dare speranza ai nuovi italiani, ai ragazzi di questo eccezionale Paese convinti, che il loro destino sia l'insicurezza sociale e personale.

Un partito che dovrà essere il partito delle innovazioni, del cambiamento realistico e radicale della sfida ai trasformismi della sinistra, che paralizzano il nostro paese; che crede che la crescita economica e l'equa ripartizione della ricchezza non siano obiettivi in conflitto. Un partito aperto che dovrà proporsi di affascinare quei milioni di italiani  che credono nei valori del talento, del merito, delle pari opportunità,che si impegnano nel volontariato, che fanno vivere esperienze quotidiane e concrete di solidarietà.
Un partito che sappia comprendere le reali esigenze dei cittadini, che guardi ai giovani con progetti innovativi che possano aprire la strada verso la formazione e la qualificazione professionale, verso il lavoro, attraverso un sistema meritocratico che superi gli angusti e sperequativi confini dell'appartenenza.

C'è necessità di rinverdire e rafforzare valori universali, quali la lealtà e l'onesta intellettuale. Dobbiamo tornare ad anteporre, come primo principio di ogni partito, gli interessi della Nazione a quelli particolari o peggio ancora personali che regolano la vita politica attuale.
Un nuovo ciclo politico, un nuovo partito o polo moderato, che dovrebbe nascere su basi democratiche, dotandosi di gruppi dirigenti che agiscono collegialmente, che discutano e decidano in piena armonia e libertà.  

Bisogna verificare (come ha scritto tempo fa' un noto politico ed ex ministro) con pazienza e molta accortezza se in questa Italia, Paese delle illusioni, vi sia finalmente disponibilità ad accogliere una concezione meno primitiva e rissosa del bipolarismo e del conflitto politico, tale da consentire una visione politica più fattiva ed attiva, una politica più serena grazie ad una ripoliticizzazione della società. Ciò tuttavia può richiedere tempi lunghi, una cosa però è certa: dobbiamo subito mettere fine a quella politica dell'individuo decisorio proprietario che decide le sorti di quest'Italia.
Un Partito che sappia mantenere vivi quei valori di lealtà, unione e operosità che hanno fatto dell'Italia un grande Paese. 

Geom. Salvatore Neri


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