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mercoledì 11 aprile 2012


«De hominis scriptura»



La scrittura é il più grande patrimonio dell'umanità.
Senza la scrittura non esisterebbero la Storia, i libri, le lettere, i dizionari, le enciclopedie, i giornali, i film (perché necessitano di una sceneggiatura), i computer (che hanno bisogno di un loro codice scritto, quello binario, per funzionare), le e-mail, gli sms, Internet, quindi i blog, le chat, i social network.
Ne ha fatta tanta di strada l'essere umano da quando ha inventato i primi simboli grafici, probabilmente in Mesopotamia tremiladuecento anni fa, e lo fece per necessità, perché gli occorreva catalogare i generi alimentari e le risorse a sua disposizione.
E così, da semplici liste di vitelli scuoiati e pesci essiccati al sole, con il trascorrere dei secoli ci siamo trovati con in mano poemi, racconti di uomini leggendari, poesie, tragedie, commedie, trattati, opere letterarie, articoli di giornale, romanzi. Tutto questo ha contribuito alla creazione e sviluppo di una memoria collettiva dell'umanità, favorendone in tal modo il progresso e l'avanzamento non solo morale ed etico, ma tecnologico, scientifico e conoscitivo.
Siamo l'unica specie animale ad avere creato un sistema di comunicazione alternativo ai codici fonetici naturali posseduti dalle varie categorie di esseri viventi; la scrittura permette di esprimere il pensiero di un individuo nello spazio e nel tempo, oltre la morte fisica dello stesso. Grazie ad essa é possibile, in un certo senso, rimanere eterni e perseguire quell'ideale d'immortalità ricercato fin dagli albori della razza. 
Se non fosse esistita la scrittura, gli esseri umani non si sarebbero poi differenziati così tanto dagli altri animali, né avrebbero avviato quel processo di sviluppo culturale e, dunque, distintivo.

Alberto Molino

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