Avevo vent’anni
«Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita» (Paul Nizan, Aden Arabia, 1931).
Anche quest’anno l’anno scolastico per molti studenti italiani (circa 500.000) non è ancora finito. La prima prova, ovvero il tema d’italiano, è stata la prova più "sentita’" dai ragazzi perché si sa, se sai scrivere allora te la caverai, se non ce la fai allora sei costretto a ricorrere ai metodi più disparati per guadagnarti almeno un 12 su 15 dignitoso. Montale, la Shoah, i giovani e la crisi, il labirinto; queste sono state le principali tematiche. Diverse tipologie, ben 7, dall’articolo di giornale, al saggio breve, al tema d’attualità. Ma ciò che ha colpito di più è stata l’ultima traccia, a cui sono stati riservati gli ultimi spazi del foglio: la frase di Paul Nizan, scrittore francese della prima metà del 900 «Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita». Chi si è cimentato in questa bellissima traccia doveva partire dall’affermazione dell’autore ed esprimere i sogni, le aspettative, i problemi delle nuove generazioni. E chi meglio dei giovani sa quali sono i sogni? A vent’anni, la vita ti pulsa nelle vene, il cuore ti batte a mille, ogni cosa che provi, senti, ricordi, ami, è tua. Nessuno può dirti cosa è giusto fare, le scelte le devi fare tu, ora. A vent’anni si scoprono nuovi lati del tuo carattere che prima non sapevi neanche che esistessero, li hai dovuti sperimentare, sulla tua pelle. La ribellione, la libertà, la volontà, l’amore, lo sport, l’arte. A vent’anni, tutte queste esperienze hanno il piacere di essere nuove e impari attraverso le vittorie, ma soprattutto le sconfitte, cos’è il limite, il tuo limite. La libertà è il bene più prezioso che si possa avere a quest’età perché anche se non è la più bella età della vita, grazie alla libertà lo diventa. A vent’anni, un ragazzo neanche ci pensa ai limiti. Spesso i genitori staccano i figli dal mondo delle nuvole e li attaccano alla realtà, fanno scoprire loro che i limiti per vivere veramente devi darteli tu. A vent’anni, non hai un sogno, ma tanti sogni. Tutto parte da un unico sogno, ma dietro se ne trascina tanti altri che sperando si possano raggiungere tutti si crede di poter arrivare alla felicità. A vent’anni sei già maturo, e se non credi di esserlo devi convincerti. Responsabilità, crescita, formazione intellettuale, ma soprattutto democratica, perché impari ad essere cittadino del mondo. Il mondo, a vent’anni, è tuo e devi solo conoscerlo, sfidarlo, affrontarlo, amarlo. Come disse Steve Jobs: «Il nostro tempo è limitato, per cui non lo dobbiamo sprecare vivendo la vita di un altro. Non facciamoci intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore la nostra intuizione. In qualche modo, essi sanno già cosa vogliamo realmente diventare. Tutto il resto è secondario». Oserei aggiungere: Se non ora, quando?
Barbara Di Benedetto
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