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martedì 26 giugno 2012

Inchieste

Spiagge libere: se non si paga non si può vivere il mare




La città di Catania si trova in un punto strategico, a pochi passi dalla montagna e ancor meno dal mare, ed è proprio questa caratteristica ciò che l’ha resa nel tempo oggetto di contesa tra molti    popoli.
A distanza di secoli, però, sembra proprio che chi la gestisca e chi la viva non si renda conto di quanto sia preziosa.
Una prova tangibile di quanto detto sono le spiagge libere della Playa di Catania: luogo non troppo lontano dal centro storico della città. Tanta sabbia e un bel mare (a volte un po' troppo inquinato), dove sarebbe bello poter andare in compagnia di amici, con la famiglia, portare i propri bambini a costruire castelli di sabbia o giocare sulla riva, sono diventati mete di vandalismo per extracomunitari, barboni e abusivi. Tutto ciò, privo di servizi pubblici e igienici adeguati.
Avere dei buoni servizi, a Catania, è fattibile solo frequentando lidi a pagamento; risulta, infatti, molto difficile e scomodo trascorrere le vacanze in un ambiente pubblico, privo di “necessari” servizi e pulizia.
In queste condizioni, così come le altre due, si trova la spiaggia libera n°3.
Le strutture, tuttavia, non mancano e avrebbero avuto la loro utilità se i lavori fossero stati terminati e la manutenzione fosse stata ultimata.
Entrando nella spiaggia libera   n°3, così come è possibile     vedere dal nostro reportage fotografico o video servizio (www.vocidicitta.blogspot.it), ci si trova davanti ad un edificio chiuso come tutti gli altri presenti, e probabilmente si tratta di quello che doveva essere un punto di ristoro.
Per quanto riguarda le docce, o quantomeno per lo stato in cui si presentano, non si può parlare se non di una serie di tubature arrugginite e qualche tavola di legno fradicio, posta a ricoprire la sabbia, mentre dell’acqua per sciacquarsi non se ne vede neanche l’ombra. Ai bagni è stata riservata un’ampia struttura, non usufruibile a causa dell'enorme catenaccio agganciato alla porta, blocco che ne impedisce l’utilizzo; all’interno, sbirciando attraverso le finestre, s'intravede molta sabbia disseminata per terra, water e lavandini distrutti e intonaco staccato dalle pareti.
Tutti, anche gli animali, hanno la necessità di andare in contro ai propri bisogni fisiologici e dove farlo, non essendoci le condizioni e le costruzioni adatte? Per quanto raccapricciante, il mare appare l’unica risposta, anche se c’è stato chi ha preferito lasciare “un ricordino” proprio lì, accanto alle strutture della spiaggia.
Nei pressi della riva, purtroppo, la situazione non migliora: la sabbia è piena di legni, si calpestano centinaia di rifiuti e vecchi gazebo in ferro si ergono arrugginiti e pericolosi per chi, lì vicino, pratica sport.
I bagnanti, di solito, scelgono la spiaggia libera per risparmiare qualche euro, ma desidererebbero avere almeno i giusti servizi, un po’ di pulizia e la debita sicurezza per godersi le proprie vacanze e rivendicare con i turisti il nome della preziosa città di Catania. A loro e a chiunque sorge spontaneo domandarsi se la situazione migliorerà col tempo e soprattutto che cosa si possa fare perché ciò avvenga velocemente. Il nostro giornale risponde che non vi è arma migliore della mobilitazione.

Chiara Forcisi

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