Spiagge libere: se non si paga non si può vivere il mare
La città di Catania si trova in
un punto strategico, a pochi passi dalla montagna e ancor meno dal mare, ed è
proprio questa caratteristica ciò che l’ha resa nel tempo oggetto di contesa
tra molti popoli.
A distanza
di secoli, però, sembra proprio che chi la gestisca e chi la viva non si renda
conto di quanto sia preziosa.
Una prova tangibile di quanto
detto sono le spiagge libere della Playa di Catania: luogo non troppo lontano
dal centro storico della città. Tanta sabbia e un bel mare (a volte un po'
troppo inquinato), dove sarebbe bello poter andare in compagnia di amici, con
la famiglia, portare i propri bambini a costruire castelli di sabbia o giocare
sulla riva, sono diventati mete di vandalismo per extracomunitari, barboni e
abusivi. Tutto ciò, privo di servizi pubblici e igienici adeguati.
Avere dei
buoni servizi, a Catania, è fattibile solo frequentando lidi a pagamento;
risulta, infatti, molto difficile e scomodo trascorrere le vacanze in un
ambiente pubblico, privo di “necessari” servizi e pulizia.
In queste
condizioni, così come le altre due, si trova la spiaggia libera n°3.
Le
strutture, tuttavia, non mancano e avrebbero avuto la loro utilità se i lavori
fossero stati terminati e la manutenzione fosse stata ultimata.
Entrando
nella spiaggia libera n°3, così come è
possibile vedere dal nostro reportage
fotografico o video servizio (www.vocidicitta.blogspot.it), ci si trova davanti ad un
edificio chiuso come tutti gli altri presenti, e probabilmente si tratta di
quello che doveva essere un punto di ristoro.
Per quanto
riguarda le docce, o quantomeno per lo stato in cui si presentano, non si può
parlare se non di una serie di tubature arrugginite e qualche tavola di legno
fradicio, posta a ricoprire la sabbia, mentre dell’acqua per sciacquarsi non se
ne vede neanche l’ombra. Ai bagni è stata riservata un’ampia struttura, non
usufruibile a causa dell'enorme catenaccio agganciato alla porta, blocco che ne
impedisce l’utilizzo; all’interno, sbirciando attraverso le finestre,
s'intravede molta sabbia disseminata per terra, water e lavandini distrutti e
intonaco staccato dalle pareti.
Tutti, anche gli
animali, hanno la necessità di andare in contro ai propri bisogni fisiologici e
dove farlo, non essendoci le condizioni e le costruzioni adatte? Per quanto
raccapricciante, il mare appare l’unica risposta, anche se c’è stato chi ha
preferito lasciare “un ricordino” proprio lì, accanto alle strutture della
spiaggia.
Nei
pressi della riva, purtroppo, la situazione non migliora: la sabbia è piena di
legni, si calpestano centinaia di rifiuti e vecchi gazebo in ferro si ergono
arrugginiti e pericolosi per chi, lì vicino, pratica sport.
I bagnanti, di
solito, scelgono la spiaggia libera per risparmiare qualche euro, ma
desidererebbero avere almeno i giusti servizi, un po’ di pulizia e la debita
sicurezza per godersi le proprie vacanze e rivendicare con i turisti il nome
della preziosa città di Catania. A loro e a chiunque sorge spontaneo domandarsi
se la situazione migliorerà col tempo e soprattutto che cosa si possa fare
perché ciò avvenga velocemente. Il nostro giornale risponde che non vi è arma
migliore della mobilitazione.
Chiara Forcisi
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