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venerdì 29 giugno 2012

Società

SoStare... un diritto di tutti

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Tra i molteplici dilemmi che investono la nostra città, uno di questi, attualmente il più diffuso, è indubbiamente il problema del parcheggio della vettura o peggio ancora della bicicletta quasi in qualunque parte della carreggiata. In molti luoghi urbani l’assenza totale dello stallo a strisce bianche è assegnata alla società privata SoStare srl la quale da diversi anni gestisce un gran numero di aree di sosta nel Comune di Catania con la realizzazione di strisce blu a pagamento nelle zone più frequentate, dove i cittadini abitualmente s'intrattengono a turno anche per pochi minuti al giorno. L’aver ottenuto questo dominio in suolo pubblico ha comportato diverse reazioni da parte di molti cittadini per tentare di far tornare “simbolicamente” i parcheggi gratuiti: si ricordi, a questo proposito, il caso del 21 e 22 novembre dello scorso anno, quando un gruppo di manifestanti ha imbrattato con della vernice bianca le strisce blu di piazza Dante e via S. Elena come segno di protesta e opposizione alla società che impone con le proprie deleghe, norme che prescrivono al libero cittadino l’obbligo di usufruire di uno spazio “privato” e per nulla gratuito. Molte sono anche le iniziative promosse dai blog e successivamente lanciate sul canale You Tube, come quelle di giovani ragazzi i quali, dopo aver pagato il tagliando, hanno occupato diverse zone trafficate del centro con le loro bici per tentare di smuovere l’opinione della gente “rassegnata” a questo sistema. Tuttavia, il Comitato a Strisce Blu sembra rimanere indifferente di fronte a queste insoddisfazioni generali, anzi, con l’approvazione della delibera n°46, il nuovo piano è divenuto peggiore del primo, dato che è previsto entro l’anno corrente  un aumento  di ben 700 strisce blu, il cambio degli stalli delimitati a strisce gialle in strisce blu riservando ai residenti abbonamenti mensili o annuali, un numero ex novo di parcheggi a pagamento che occuperanno interi viali della provincia e non solo; eppure l’art. 7, comma 6 del Codice della Strada afferma che: «Le aree destinate al parcheggio devono essere ubicate fuori della carreggiata e comunque in modo che i veicoli parcheggiati non ostacolino lo scorrimento del traffico.» Dalla parte dei cittadini si è schierata la Corte di Cassazione che, con un’infinita serie di sentenze, ha dato conferma alle “ricorrenti”, proposte più volte dagli automobilisti ormai snervati di pagare il tagliando anche per un solo quarto d’ora. Certo è che, soprattutto nell’ultimo decennio, il numero di auto in circolazione è aumentato in maniera esponenziale nonostante la grave decadenza economica degli ultimi tempi avvertita da molti, ma è anche vero che parcheggiare un’auto in appositi luoghi destinati a tale fine resta un diritto di ogni cittadino.
L’entrata in scena della card prepagata per evitare di arrivare alla macchinetta senza uno spicciolo è il risultato di schede usa e getta con costo di 25.00 euro ciascuna che, in realtà, obbligano l’automobilista a sostare nella zona richiesta con una durata non inferiore alla sosta minima di 32 minuti per un costo di 0,40 centesimi a biglietto. Il fenomeno dilagante della sproporzione degli stalli gratuiti e a pagamento, così come quello dei parcheggiatori abusivi nelle principali aree delimitate e non al posteggio (quali in particolare piazza Dante, la zone nelle vicinanze di piazza Teatro Massimo e il Largo Paisiello) si spande come un virus nell’organismo urbano, che presto o tardi porterà al definitivo crollo della società inerme e incapace di reagire di fronte alle vere e principali “catastrofi” avviate dalla crisi pressante. 

Andrea Battaglia

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