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domenica 29 aprile 2012


Privacy: eliminata anche dai nostri pensieri?




Molte volte pur di salvare una situazione scomoda si sfoggia il nostro miglior sorriso, celando nella mente innumerevoli pensieri che potrebbero rivelarsi inopportuni. Un giorno, però, tutto questo potrebbe non essere più possibile grazie al noto neurologo Brian Pasley dell'Università della California.
Sembra, infatti, che il dottore sia riuscito a decodificare l'area del nostro cervello che si occupa della processazione dei suoni, deducendone che alcuni neuroni potrebbero essere specializzati nel riconoscere solo alcune frequenze; ciò comporterebbe, qualora un individuo dovesse pensare ad un suono corrispondente ad una frequenza data, che l'attività all'interno di quell'area aumenterebbe. Tuttavia, per far sì che questo si verifichi, è necessario collegare il soggetto ad una serie di elettrodi. Proprio come eseguì Pasley nel suo esperimento: nel quale utilizza quindici pazienti che, avendo subito trattamenti per malattie come l'epilessia, hanno impiantati nella loro corteccia cerebrale degli elettrodi. Il neurologo riuscì così a registrare le varie attività delle aree del cervello e rilevò infine un'area in prossimità dell'orecchio dove l'attività neurale era più alta. Raccolte le informazioni necessarie, i ricercatori costruirono un algoritmo capace di interpretare l'attività neurale nelle varie aree, creando uno schema dei suoni: lo spettrogramma. In seguito, avvalendosi di un software, gli stessi ricercatori hanno trasformato lo spettrogramma nel discorso pensato dal soggetto, giungendo a risultati straordinari.
Questa innovazione comporterebbe la possibilità di comunicare con pazienti affetti da patologie come la sindrome di locked-in (malattia che rende impossibile la comunicazione, poiché tutti i muscoli, compresi quelli facciali, sono paralizzati), ma allo stesso tempo l'individuo non sarebbe più libero di pensare e la sua privacy finirebbe in un baratro così profondo da non scorgerne la fine.
Con questo sistema tutti potrebbero conoscere ogni nostro pensiero e ogni personale idea arrivando al punto di perdere l'integrità dell'Io.





Ivan Gennaro

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