Dall'8 marzo all'8 giugno 2014,
la Fondazione Puglisi Cosentino di Catania (via Vittorio Emanuele, 122)
sta ospitando una mostra del pittore cubano Julio Larraz, classe 1944.
L'artista, ora attivo in Florida, è stato per anni illustratore e disegnatore,
salvo poi dedicarsi alla pittura a partire dagli anni ’70, con i «piedi ben
piantati nel Novecento, tra il surrealismo di Magritte, l'esplorazione
metafisica di de Chirico, l'iperrealismo di Hopper e il paesaggismo pop di
Hockney», come ben sintetizza IlSole24Ore.
La mostra, intitolata Del
mare, dell'aria e di altre storie,
comprende la produzione di Larraz dal 1975 a oggi, è scandita da frasi
rilasciate sotto intervista dallo stesso pittore ed è suddivisa perlopiù per
aree tematiche che per fasi temporali.
Ad aprire il percorso è His
last dream, un olio
su tela il cui soggetto è un uomo di spalle che osserva la grande vasca di un
acquario. Tale immagine è già rappresentativa delle costanti care a Larraz: in
primo luogo i paesaggi acquatici, ora sconfinati e ora ridotti a poche
pennellate sullo sfondo, ora raffiguranti il Mar dei Caraibi e ora l'Oceano
Atlantico, ora in tempesta e ora emblema della calma più assoluta; e, in
secondo luogo, l'adozione di un punto di vista insolito, che spesso porta a
“ritagliare” una scena con contorni inaspettati e con una focalizzazione. Si rivela, inoltre, necessario
osservare nei dettagli ciascuna tela per coglierne, al di là dei colori accesi
e sempre in equilibrio fra loro, i riferimenti spesso mitologici - Polifemo
mentre scaglia dei macigni contro Ulisse o Icaro che precipita come una meteora
nei pressi di una moschea - oppure le rivisitazioni di nature morte
simboleggianti l'uno o l'altro corpo celeste del Sistema Solare.
Fra un corridoio e l'altro
spiccano, inoltre, giovani nude che popolano deserti, camere da letto e navi ad
ammaliare con le proprie forme tanto quanto fanno con l'arte della parola o
della forza; a pochi metri di distanza, dittatori politici di ogni sorta. Sono di tale calibro i soggetti
che popolano l'atmosfera della Fondazione: suggestioni sempre in movimento, che
non fanno che meravigliare gli osservatori di fronte all'esempio di un'arte
moderna che accoglie e rielabora una tradizione secolare senza necessariamente
violarla o rinnegarla, peraltro servendosi di titoli spesso allusivi, onirici,
a propria volta portatori di stupefacenti significati.
Ha scritto, a proposito
dell'artista, Luca Beatrice: «Nei suoi occhi sopravvive
l'immaginario di un arcipelago dai contorni amati che si contamina di un database
di storie universali […].» Simili
storie sono forse più che altrove apprezzate proprio in Sicilia, luogo
accomunato alla patria di Larraz dal carattere insulare ricco di un nostalgico
fascino tutto da (ri)scoprire e da celebrare.
Eva Mascolino
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