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domenica 6 maggio 2012

Diario

Diario di un derby: Palermo - Catania 1 - 1

Stadio Barbera: Palermo


Questo non vuole e non deve essere il solito articolo pieno zeppo di numeri, analisi e statistiche sulle partite del Catania, bensì una sorta di "diario" del pomeriggio trascorso a Palermo per seguire i colori rossazzurri in trasferta assieme a mio padre.
Dopo una giornata di lavoro e di scuola, partiamo da casa alle ore 14:00 con arrivo previsto a Palermo intorno alle 16:30. In mezzo una mezz'oretta di sosta presso l'autogrill di Enna. Decidiamo di pranzare lì: prendiamo due piatti di pasta al pomodoro e cotolette con un po' di caponata (roba per stomaci forti quindi).
Il pomeriggio è soleggiato, la provincia di Palermo offre alla vista scorci meravigliosi della catena montuosa delle Madonie e della zona costiera. 

Alle 16:30 arriviamo nei pressi della circonvallazione di Palermo.
Con l'occhio del bravo giornalista noto che il capoluogo della nostra regione è caratterizzato da grossi problemi di viabilità e di immondizia (il doppio rispetto a Catania), oltre che da problemi economici, essendo una città che non ha sbocchi dal punto di vista territoriale.
L'entroterra è in uno stato un po' retrogrado, a differenza della maggiore dinamicità economica e industriale della nostra provincia e le uniche eccezioni sono i paesi di Bagheria e Monreale (famose l'uno per aver dato i natali al pittore Renato Guttuso, l'altro per la bellissima cattedrale in stile bizantino).
Posteggiamo l'auto a 700 m dallo stadio, che si trova in periferia, nei pressi del parco della Favorita, in un quartiere a forte densità abitativa. Facciamo un po' di strada a piedi e noto i venditori ambulanti di pane e panelle e "meusa" (ossia la milza del vitello), i piatti tipici della zona. Arrivati a uno dei tre punti di incontro con gli agenti di polizia, mostriamo i nostri biglietti e le tessere del tifoso (documento obbligatorio per seguire gli eventi sportivi) e ci facciamo perquisire. Dopo di che aspettiamo venti minuti, il tempo di farci scortare da uno steward all'interno dello stadio per sederci nel settore riservato ai tifosi del Catania.
Il signore in questione ci fa passare dalla curva dei palermitani con il rischio di incontrare qualche testa calda della tifoseria avversaria. Fortunatamente riusciamo a raggiungere lo spicchio di curva rossazzurro e usciamo fuori le sciarpe che avevamo nascosto preventivamente negli zaini.
L'ingresso in campo delle squadre è accompagnato dai soliti cori di sostegno per i ragazzi che quest'anno hanno fatto un grande campionato e ci hanno dato grandi soddisfazioni.
Nel primo tempo il Catania dimostra di essere "più squadra" rispetto ad un Palermo impacciato e privo di mordente in avanti, affidato solo ai guizzi del "piccolo" attaccante Fabrizio Miccoli. Dopo tre occasioni nitide al minuto 25°, Nicola Legrottaglie ci regala una gioia immensa, andando a segnare di testa il gol del vantaggio. Vi lascio immaginare il gusto di festeggiare questo gol in faccia ai "cugini" rosanero.
Lo stadio si ammutolisce, in campo il Catania domina e sugli spalti "ci sentiamo solo noi", sembra quasi di stare al Massimino. Si va a riposo sull'uno a zero e intanto partono i cori "Serie B!, Serie B!" all'indirizzo dei palermitani che con 41 punti in classifica rischiano davvero la retrocessione in cadetteria.
Ma ad inizio ripresa, Miccoli sfrutta una indecisione della nostra difesa e batte Carrizo sul suo palo: Palermo - Catania 1-1. Almiron esce a causa dei crampi e viene sostituito da Seymour; la sua assenza dai meccanismi tattici si nota e il Palermo si rende pericoloso. C'è da dire però che le migliori occasioni sono del Catania, con Bergessio e Catellani (entrati al posto dello sfortunato Llama, colpito da uno stiramento dopo pochi minuti dal suo ingresso in campo), ma l'estremo difensore Viviano si dimostra uno dei migliori in circolazione e salva la porta dei padroni di casa. Il derby si conclude in parità; buon punto per il Catania, mentre per il Palermo ci sarà ancora da soffrire a tre giornate dalla fine del campionato. 
Si continua a cantare sugli spalti anche dopo la fine della partita: un "civilissimo" tifoso del Palermo evidentemente non manda giù i nostri "sfottò" simpatici ma educati e pensa bene di lanciare un fumogeno verso il nostro settore, dunque un addetto della sicurezza individua il tizio in questione e lo allontana.
Verso le 20:20 usciamo dallo stadio e ci dirigiamo verso la nostra auto (facendo attenzione a non incontrare qualche tifoso avversario). Durante il tragitto per tornare a casa facciamo delle brevi soste in autogrill per andare in bagno e mangiare qualcosa e alle 23:30 torniamo a casa stanchi, ma soddisfatti.

Gabriele Mirabella 

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